venerdì 28 novembre 2008

Facebook questo (s)conosciuto

Ultimamente non si fa altro che parlare di questo incredibile (sic) mezzo di socialnetworking chiamato Facebook, mezzo che attira quotidianamente frotte e frotte di utenti tonti (utonti) nelle maglie sempre più fitte della sua ragnatela. Questo "gioiello", nato dalla società occidentalista americana, società acefala e priva di spina dorsale, viene ben mimetizzato utilizzando la scusante del "ritrovare i vecchi compagni di scuola" (ma se non li si vede magari da decenni, ci sarà pure un suo buon motivo no?), il prodotto così è pronto per essere smerciato alla massa amorfa e acritica che avidamente lo divora, lo digerisce e infine lo espelle sotto la sua ben nota forma attirando a sè altre milioni di "mosche" (gli utonti) pronte a cibarsene con avidità permettendo il ripetersi ad libitum del processo finché tutte (o quasi) saranno bloccate nella tela; solo a quel punto i "ragni" usciranno allo scoperto per cibarsi delle stupide "mosche" che si credevano libere. Sì, perché il caro Facebook altro non è che una estroflessione tecnologica delle multinazionali, degli speculatori finanziari e forse di qualcos'altro, come andremo a vedere.

Il primo articolo che vi voglio sottoporre integralmente è stato scritto da Amir Ahmadi e si può trovare sul sito ComeDonChisciotte, è un articolo piuttosto leggero ma va bene come introduzione al fenomeno Facebook.

DI AMIR AHMADI
Comedonchisciotte.org

“Noi siamo ciò che facciamo ripetutamente” - Aristotele, 384-322 A.C.

Devo dire che i miei sentimenti nei confronti del Social Networking sono disparati e, ad essere sincero, contrastanti. Alterno fasi di sincero apprezzamento per il senso di “comunità” ad altre in cui si fa avanti l’idea che l’intero sistema di networking, blogging e profili virtuali vari, quando non è indirizzato ad un obiettivo reale, altro non è che una frammentazione narcisistica. E sterile.
Vorrei chiarire questo passaggio analizzando in particolare il fenomeno Facebook. Questo sito, che è arrivato ad essere esposto agli onori addirittura delle cronache giornalistiche ed è uno dei più visitati del pianeta, è partito come strumento per ritrovare vecchi compagni di scuola che, classico cliché, si perdono di vista col passare degli anni. Oggi Facebook è un complesso ingranaggio che fa del viral marketing un’arma molto raffinata, ma che lo espone anche ad inevitabili contraddizioni.

Anzitutto, qual’è una delle differenze tra FB e le centinaia di altri siti simili? In fondo, il navigatore può postare il proprio stato d’animo, pubblicare foto, filmati, musiche, testi, poesie, in virtualmente qualsiasi altro website o forum. Ma una delle differenze cruciali sta nel fatto che “faccialibro”, una volta che l’utente ha caricato una foto sul suo spazio, invita ad identificare anche altri soggetti eventualmente presenti nella foto. Così, ad esempio, per quanto mi riguarda ho scoperto di essere su Facebook...prima ancora di essermi volontariamente iscritto! Ed un pò come al commissariato, ogni foto è sottoposta al vaglio degli amici, degli amici degli amici e così via, in un circolo... viziato dove ognuno “riconosce” qualcun altro. Quest’ultimo, com’è successo a me, viene a conoscenza della cosa a gioco fatto, ed a quel punto, per sapere se c’è altro che lo riguarda, o più spesso semplicemente in preda alla genuina curiosità di scoprire quali altri avvenimenti recenti o remoti si stanno esponendo, cade nella trappola. Pardon, nell’invito. Peraltro molto ben strutturato: entrati a far parte di fb, non solo troverete decine di messaggi di cordiali benvenuto da parte di chi vi conosce, ma anche un intero parco di giocattoli cibernetici pronti a rivelare qual’è la vostra vera personalità, il AMIR vostro quoziente intellettivo, i vostri gusti musicali o cinematografici... nonché naturalmente a confrontarli con gli altri. Facebook è terribilmente abile, quasi tutti ve lo confermeranno, nel rubarvi sempre più tempo. Ed il motivo è che fornisce la perfetta illusione di stare interagendo con i vostri amici! Ma le cose non stanno esattamente così, e non serve essere dei complottisti per intuirlo:

Innanzitutto, si arriva presto o tardi (ma ci si arriva) alla consapevolezza che l’intero meccanismo sia vuoto. Sono offerte, è vero, molteplici “pagine” per discutere degli argomenti più disparati, ma oltre ad “unirsi” ad un gruppo di discussione, generalmente non si postano interventi in merito a nulla, escluse frasi di contorno alle serate dell’ultimo week-end. Gran parte del tempo (e cresce esponenzialmente) che si passa sul sito lo si dedica a cercare una frase interessante per il proprio “status”, a curiosare su chi è il nuovo fidanzato/a di chi, a riempire la propria pagina di elementi che possano in qualche modo denotare quanto si è simpatici/intellettuali/alternativi/chic/sexy/irresistibili: il tutto arrivando ad auto-definirsi (non più tanto virtualmente) in funzione del richiamo ad altre frasi/canzoni/ film/libri/mete visitate. Sorrido (e lo faccio da inguaribile snob) al pensiero di tutti gli utenti che immancabilmente cercano di essere originali auto-denotandosi attraverso materiale prodotto da altri. Che originalità! Sorrido perché anche qui, purtroppo, la conclusione è solo una: arrivati a questo punto non si è più soggetti attivi di una imprecisata comunità, si diventa piuttosto un target, un prodotto l’utente stesso, catalogato in un immenso database che conosce i nostri gusti, le nostre tendenze, i nostri legami, le nostre frequentazioni. E, badate bene, queste informazioni, una volta trasmesse (magari neanche da voi stessi!), non solo non sono più vostre, sono immagazzinate virtualmente per sempre. Altro che tutela della privacy.

Vi riporto un estratto dei Termini d’Uso di Facebook, in inglese: “By posting User Content to any part of the Site, you automatically grant, and you represent and warrant that you have the right to grant, to the Company an irrevocable, perpetual, non-exclusive, transferable, fully paid, worldwide license (with the right to sublicense) to use, copy, publicly perform, publicly display, reformat, translate, excerpt (in whole or in part) and distribute such User Content for any purpose, commercial, advertising, or otherwise, on or in connection with the Site or the promotion thereof, to prepare derivative works of, or incorporate into other works, such User Content, and to grant and authorize sublicenses of the foregoing.” La traduzione italiana presente su FB recita così: “Affiggendo il Contenuto di Operatore a qualunque parte del Luogo, lei concede automaticamente, e lei rappresenta e garantisce che lei ha la destra per concedere, alla Società una licenza irrevocabile, perpetua, non-esclusivo, trasferibile,, completamente pagata, mondiale (con la destra al sublicense) di usare, copiare, pubblicamente eseguire, pubblicamente mostrare, riformattare, tradurre, l'estratto (nell'intero o nella parte) e distribuire tale Contenuto di Operatore per qualunque scopo, commerciale, la pubblicità, o altrimenti, su In connessione col Luogo o il thereof di promozione, preparare i lavori derivati di, o incorpora negli altri lavori, tale Contenuto di Operatore, e concedere ed autorizzare il sublicenses del rinunciare. “ Ci avete capito qualcosa? No, non sono stato io a tradurre, né personalmente né con un becero traduttore online e gratuito. Questo maccheronico testo è solo una porzione del “contratto” cui abbiamo aderito quando ci siamo iscritti. A parte la marginale considerazione sul fatto che un colosso del genere potrebbe anche spendere qualche centinaio di euro per una traduzione più “umana”, quello che significa, in estrema sintesi e rifacendomi al testo originale è questo: qualsiasi cosa inseriate in facebook diventa “di” facebook. Tutti gli annessi diritti, nonché la facoltà (naturalmente insita in questo tipo di servizio) di riprodurre in qualsiasi modo e per qualsiasi finalità i VOSTRI contenuti sono autorizzati. A loro.

Provate a chiedervi cosa succede se tutto questo improvvisamente non vi sta bene. Se rifiutate l’idea di essere irrimediabilmente ostaggio di una comunità che da un lato vi offre il miraggio di legami più estesi e più stretti, e dall’alto vi espone solamente a chiedervi “da quale lato vengo meglio in foto?”.
I legali di fb hanno pensato bene di inserire la seguente dicitura in proposito: “You may remove your User Content from the Site at any time. If you choose to remove your User Content, the license granted above will automatically expire, however you acknowledge that the Company may retain archived copies of your User Content. Facebook does not assert any ownership over your User Content; rather, as between us and you, subject to the rights granted to us in these Terms, you retain full ownership of all of your User Content and any intellectual property rights or other proprietary rights associated with your User Content.” In parole povere, qualora decideste di rimuovere il vostro contenuto (ma tanto i vostri “cloni” restano lì tra gli album degli amici), lo potete sicuramente fare, ma... accettate al tempo stesso che FB trattenga copie dello stesso. Voi rimanete senz’altro proprietari di ciò che avete inserito personalmente (se davvero ne detenete il diritto naturalmente), ma in ogni caso la facoltà per FB di continuare ad avere nel proprio database quegli stessi dati, anche se lungi da rivendicarne il possesso, permane.

Controversie legali a parte, vorrei tornare alla frase con cui ho aperto questo intervento, cercando di collegarla all’immagine di milioni di utenti che quotidianamente hanno così a cuore render noto a tutti, indistintamente, cosa hanno fatto nel week-end e con chi, quali e quante città hanno visitato, qual’è il risultato del loro test “che amante sei?” e così via, tra un pizzicotto/bacio/test dell’umore istantaneo e l’altro.
La pressocché ossessiva tendenza a ripetere quotidianamente ed a colpi di mouse questo tipo di interazione è davvero ciò che ci può definire? Una massa di voyeur, tanto pettegoli quanto frivoli, tanto evanescenti quanto narcisi? O forse la disse meglio Schopenhauer, quando scrisse che l’uomo moderno è destinato ad oscillare tra distrazione e noia? In un mondo sempre più veloce e gravido di opportunità, com’è possibile ridurre un ritrovo tra amici, o una semplice telefonata, ad un complesso sistema di interazioni virtuali e di invii di frammenti di sé? Mi è inizialmente piaciuta, in un certo modo, l’idea di poter scherzare con amici vecchi e nuovi anche attraverso un mezzo del genere. Ho vissuto per un brevissimo periodo (fortunatamente non faccio un lavoro troppo sedentario) simpaticamente l’opportunità di un saluto, una battuta veloce tra scrivanie lontane. Ma quando poi la finestra sui nostri mondi diventa troppo grande, infastidisce. Forse è meglio rivolgere lo sguardo verso altre finestre, più tangibili.

AMIR AHMADI
Fonte: www.comedonchisciotte.org
7.11.08

Il secondo articolo, molto più impegnativo del precedente, che vi voglio sottoporre è apparso sul Guardian ed è stato scritto da Tom Hodgkinson, vi riporto la versione tradotta in italiano mentre qui potrete trovare la versione in inglese.

CON AMICI COME QUESTI …….
di Tom Hodgkinson
guardian.co.uk, Monday January 14 2008
Facebook ha 59 milioni di utenti - e 2 milioni di nuovi utenti si iscrivono ogni settimana. Ma Tom Hodgkinson non verrà beccato a fornire volontariamente i propri dati personali - non ora conosce le intenzioni delle persone che stanno dietro alla creazione di questo sito e della sua rete sociale.
Disprezzo Facebook !
Questo business americano dall’enorme successo si descrive come " uno strumento sociale che collega tra loro gli amici e le persone che lavorano, studiano o vivono insieme". Ma aspettate. Quale diavolo sarà il motivo che mi costringe ad avere bisogno di un computer per connettermi con la gente intorno a me? Perché i miei rapporti dovrebbero essere mediati attraverso l'immaginazione di un gruppo di supercervelloni originari della California?
Che cosa c’era di male in un pub?
Ma Facebook connette davvero le persone? O forse non ci disconnette, dal momento che invece di fare qualcosa di divertente, come parlare o mangiare o ballare o bere con gli amici, sto semplicemente inviando loro note sgrammaticate e divertenti foto nel cyberspazio, mentre sto incatenato alla mia scrivania? Un mio amico mi ha detto recentemente che aveva trascorso una Sabato notte a casa da solo su Facebook, a bere alla sua scrivania. Che immagine triste. Lungi dal connetterci, Facebook effettivamente ci isola alle nostre scrivanie.
Facebook inoltre lusinga la nostra vanità ed egocentrismo. Se metto una bella immagine di me stesso con un elenco delle mie cose preferite, posso costruire una bella rappresentazione artificiale di me stesso, al fine di ottenere sesso o approvazione. ( "Mi piace Facebook", ha detto un altro amico. " mi è valso una scopata.") Si incoraggia inoltre una preoccupante competitività sull’amicizia: ormai sembra che riguardo agli amici la qualità non conti nulla e la quantità sia sovrana. Più amici hai, migliore sei. Sei "popolare", nel senso molto amato nelle scuole superiori americane. Ne è testimone il titolo del nuovo giornale su Facebook della Dennis Publishing: "Come raddoppiare la tua lista di amici".
Sembra, tuttavia, che io sia molto solo nella mia ostilità. Mentre scrivo, Facebook afferma di avere 59 milioni di utenti attivi, di cui 7 milioni nel Regno Unito, il terzo più grande cliente di Facebook dopo gli Stati Uniti e il Canada. Vuol dire 59 milioni di babbei, i quali hanno tutti volontariamente fornito informazioni sulla loro identità e sulle loro preferenze nei consumi a un impresa americana di cui non sanno nulla. Proprio ora, 2 milioni di persone si iscrivono ogni settimana. Al ritmo attuale di crescita, Facebook avrà più di 200 milioni di utenti attivi il prossimo anno a quest’epoca. E prevedo che, se non altro, il suo tasso di crescita accelererà nel corso dei prossimi mesi. Come dice il suo portavoce Chris Hughes: "Si è infiltrato in misura tale che sarà difficile liberarsene."
Tutto quanto sopra sarebbe stato sufficiente a farmi odiare Facebook per sempre. Ma ci sono altre ragioni per odiarlo. Molte di più.
Facebook è un progetto ben finanziato, e la gente dietro al finanziamento, un gruppo di speculatori della Silicon Valley, ha una chiara ideologia di pensiero sperano di diffondere in tutto il mondo. Facebook è una manifestazione di questa ideologia. Come è già successo con PayPal, si tratta di un esperimento sociale, espressione di un particolare tipo di liberalismo neoconservatore. Su Facebook si può essere liberi di essere chi si vuole essere, fino a quando si accetta di essere bombardati da messaggi pubblicitari delle più grandi marche mondiali. Come con PayPal, i confini nazionali sono una cosa del passato.
Anche se il progetto è stato inizialmente concepito dalla stella dei media Mark Zuckerberg, il vero volto dietro Facebook è Peter Thiel, quarantenne speculatore della Silicon Valley e filosofo futurista.
Ci sono solo tre membri nel consiglio d'amministrazione di Facebook, e sono Thiel, Zuckerberg e un terzo investitore, Jim Breyer della Accel Partners (di lui parleremo dopo). Thiel ha investito 500.000 dollari in Facebook, quando gli studenti di Harvard Zuckerberg, Chris Hughes e Dustin Moskowitz sono andati a incontrarlo a San Francisco nel giugno 2004, subito dopo aver lanciato il sito. Thiel ora possiede il 7% di Facebook, che, con l’attuale valutazione di Facebook di 15 miliardi di dollari, vuol dire circa 1 miliardo di dollari. E’ nato un grosso dibattito su chi fossero davvero i co-fondatori originari di Facebook, ma chiunque fossero, Zuckerberg è l'unico a essere rimasto, anche se Hughes e Moskowitz ancora lavorano per l'azienda.
Thiel è considerato nella Silicon Valley e negli Stati Uniti della speculazione come un genio libertario. E’ il co-fondatore e amministratore delegato del sistema bancario virtuale PayPal, che ha venduto a eBay per 1,5 miliardi di dollari, tenendo 55 milioni di dollari per sé. Ha anche un fondo di copertura di 3 miliardi di sterline chiamato Clarium Capital Management e un fondo di capitale di rischio chiamato Founders Fund. Il Bloomberg Markets Magazine lo ha recentemente chiamato "uno dei più grandi gestori di fondi di copertura nel paese". Ha fatto soldi con le scommesse sul rialzo dei prezzi del petrolio e nel prevedere correttamente l’indebolimento del dollaro.
Lui e i suoi amici assurdamente ricchi di Silicon Valley sono stati recentemente etichettati "La mafia PayPal" dal giornale Fortune, il cui cronista ha anche osservato che Thiel ha un maggiordomo in livrea e una McLaren da $ 500.000. Thiel è anche bravissimo a giocare a scacchi e intensamente competitivo. E’ conosciuto per il gesto di lanciare a terra la scacchiera furibondo quando perde. E non si scusa per questa iper-competitività, anzi: il suo motto è "Mostrami un buon perdente e ti mostrerò un perdente".
Ma Thiel è più di un semplice capitalista avaro e intelligente. E’ un filosofo futurista e attivista neoconservatore. Laureato in filosofia presso la Stanford, nel 1998 ha partecipato alla stesura di un libro chiamato “Il mito della differenza”, che è un attacco dettagliato contro lo spirito libertario e il multiculturalismo che domina la Stanford. Egli ha sostenuto che il multiculturalismo ha portato ad una diminuzione delle libertà individuali. Mentre era studente a Stanford Thiel ha fondato una rivista di destra, ancora esistente ed attiva, chiamata Stanford Review – il cui motto è: Fiat Lux ("Sia la luce").
Thiel è un membro del TheVanguard.org, un gruppo di pressione neoconservatore su Internet che è stato istituito per attaccare MoveOn.org, un gruppo di pressione liberale che lavora sul web. Thiel si autoproclama "antilibertario".
The Vanguard è gestito da un tale D. Rod Martin, un filosofo-capitalista che Thiel ammira molto. Sul sito, Thiel dice: "Rod è una delle menti più brillanti nella creazione delle idee nuove e necessarie sulle politiche pubbliche. Egli ha una visione più completa dell'America rispetto a quella che hanno la maggior parte dei dirigenti sulle proprie imprese".
Questo piccolo assaggio dal loro sito vi darà un'idea della loro visione del mondo: "TheVanguard.Org è una comunità online di americani che credono nei valori conservatori, nel libero mercato e in un governo di pochi come mezzo migliore per portare la speranza e opportunità infinite per tutti, specialmente i più poveri tra di noi". Il loro obiettivo è quello di promuovere politiche che "rimodellare l'America e il mondo". TheVanguard descrive la sua politica come "Reaganite / Thatcherite". Il messaggio del presidente dice: "Oggi insegneremo a Moveon [sito liberale], a Hillary e alla media di sinistra lezioni che non hanno mai immaginato".
Quindi, la visione politica di Thiel non è in dubbio. Cosa dire della sua filosofia? Ho ascoltato un podcast sulle idee di Thiel per il futuro. La sua filosofia, in breve, è questa: dal 17 ° secolo, alcuni pensatori illuminati hanno allontanato il mondo dal “vecchio stile di vita” vincolata alla natura, e qui egli cita la famosa caratterizzazione della vita di Thomas Hobbes come "brutta, brutale e breve", verso un nuovo mondo virtuale in cui abbiamo conquistato la natura. Il valore ora si situa nelle cose immaginate. Thiel dice che PayPal è stata motivata da questa convinzione: che è possibile trovare il valore non in oggetti fabbricati realmente, ma nelle relazioni tra gli esseri umani. PayPal è un modo di muovere denaro in tutto il mondo senza restrizioni. Bloomberg Markets la mette così: "Per Thiel, PayPal era tutto sulla libertà: consente infatti alle persone di eludere i controlli sulle valute e muovere denaro in tutto il mondo."
Chiaramente, Facebook è un altro esperimento uber-capitalista: si possono fare soldi sull’amicizia? Si possono creare delle comunità libere dai confini nazionali - e quindi vendergli la Coca-Cola? Facebook è del resto profondamente poco creativa. Non fa nulla, ma media semplicemente rapporti che già esistono.
Il mentore filosofico di Thiel è tale René Girard della Stanford University, fautore di una teoria del comportamento umano chiamato "desiderio mimetico". Girard ritiene che le persone siano essenzialmente come pecore e copino l'un l'altro senza molta riflessione. La teoria sembrerebbe essersi dimostrata corretta nel caso dei mondi virtuali di Thiel: l'oggetto desiderato è irrilevante; tutto quello che dovete sapere è che gli esseri umani tendono a muoversi in branchi. Da cui scaturiscono le bolle finanziarie. Di qui l'enorme popolarità di Facebook. Girard è uno degli assidui frequentatori delle serate intellettuali organizzate da Thiel. Ciò di cui non si parla nella filosofia di Thiel, tra l'altro, sono vecchi concetti del mondo reale quali arte, bellezza, amore, gioia e verità.
Internet è immensamente attraente per neocons come Thiel, perché promette un certo tipo di libertà nei rapporti umani e nel mondo degli affari, la libertà da scoccianti leggi nazionali, confini nazionali e simili. Internet apre un mondo di libero scambio ed espansione senza limiti. Thiel sembra anche approvare paradisi fiscali off-shore, e sostiene che il 40% della ricchezza mondiale risiede in luoghi come Vanuatu, Isole Cayman, il Principato di Monaco e le Barbados. Penso che sia far notare che Thiel, come Rupert Murdoch, è contro le tasse. Egli ama anche la globalizzazione della cultura digitale perché rende gli imperi bancari duri da attaccare: "Non è possibile che una rivoluzione dei lavoratori investa una banca, se la banca è in Vanuatu", spiega.
Se la vita nel passato era brutta, brutale e breve, in futuro Thiel vuole renderla molto più lunga, e a tal fine ha anche investito in una società che sta studiando tecnologie di allungamento della vita. Ha investito 3,5 milioni di sterline sui lavori di un gerontologo con sede a Cambridge chiamato Aubrey de Gray, che è alla ricerca della chiave per l'immortalità. Thiel è anche nel consiglio di amministrazione di una cosa chiamata Istituto Particolare per l’Intelligenza Artificiale. Dal suo fantastico sito web, proclama: " Questo istituto è la creazione tecnologica di un intelligenza più che umana. Ci sono diverse tecnologie ... che vanno in questa direzione ... ... Intelligenza Artificiale, interfacce dirette cervello-computer... l'ingegneria genetica ... diverse tecnologie che, se raggiungessero un alto livello, permetterebbero la creazione di intelligenza più che umana ".
Quindi, per sua stessa ammissione, Thiel sta cercando di distruggere il mondo reale, che egli chiama anche "natura", e installare un mondo virtuale al suo posto, ed è in questo contesto che dobbiamo vedere l'ascesa di Facebook. Facebook è un esperimento deliberato di manipolazione a livello mondiale, e Thiel è un brillante individuo nel pantheon neoconservatore, con un debole per lontane fantasie tecno-utopiche. Non qualcuno che vorrei aiutare ad arricchirsi.
Il terzo membro del direttivo di Facebook è Jim Breyer, partner della Accel Partners, che ha investito 12,7 milioni di $ su Facebook nel mese di aprile 2005. Nel consiglio di amministrazione di giganti americani come Wal-Mart e Marvel Entertainment, è anche un ex presidente della National Venture Capital Association (NVCA). Ora queste sono le persone che stanno veramente dietro a tutto ciò che succede di rilevante in America, perché investono nei nuovi giovani talenti, come Zuckerbergs e simili. il più recente ciclo di finanziamento di Facebook è stato guidato da una società denominata Greylock Venture Capital, che ha investito la somma di 27,5 milioni di $. Uno dei dirigenti della Greylock partner è Howard Cox, un altro ex presidente della NVCA, che è anche nel consiglio di amministrazione della In-Q-Tel. Che cos’è In-Q-Tel?
Beh, che ci crediate o meno (e controllate il loro sito web), questo è l’ala del capitale a rischio della CIA!!!

Il Dipartimento della difesa degli USA e la CIA amano tecnologia perché rende più facile lo spionaggio. "Abbiamo bisogno di trovare nuovi modi che agiscano da deterrente per i nuovi avversari", il segretario della difesa Donald Rumsfeld ha dichiarato nel 2003. "Abbiamo bisogno di fare il salto nell’età dell’informazione, che è il fondamento critico dei nostri sforzi di trasformazione". il primo presidente di In-Q-Tel è stato Gilman Louie, che è stato nel consiglio di amministrazione della NVCA con Breyer. Un'altra figura chiave nella In-Q-Tel è Anita K. Jones, ex direttore della ricerca e di ingegneria della difesa per il dipartimento statunitense della difesa, e - con Breyer - membro del Board di BBN Technologies.
Quando ha lasciato il dipartimento statunitense della difesa, il senatore Chuck Robb ha detto di lei: "Ha unito la tecnologia militare all’operatività per progettare piani dettagliati ingrado di sostenere la posizione dominante degli Stati Uniti sui campi di battaglia del prossimo secolo".
Ora anche se non credete all’idea che Facebook sia una sorta di estensione del programma imperialista americano incrociato con uno strumento di raccolta di massa delle informazioni, non c'è modo di negare che, come business, è una vera genialata. Alcuni nerds hanno suggerito in rete che la sua valutazione di 15 miliardi di dollari sia eccessiva, ma mi permetto di sostenere che sia invece fin troppo modesta. La sua portata è davvero vertiginosa, e il potenziale di crescita è praticamente illimitato. "Vogliamo che tutti siano in grado di utilizzare Facebook", spiega la voce impersonale del Grande Fratello sul sito web. Ci credo che lo desiderano.. E’ l’enorme potenziale di Facebook che ha portato Microsoft ad acquistarne l'1,6% per 240 milioni di dollari. Una recente voce dice che l’investitore asiatico Lee Ka-Shing, il nono uomo più ricco del mondo, ha comprato lo 0,4% di Facebook per 60 milioni di dollari.
I creatori del sito devono solo gingillarsi con il programma. Generalmente, stanno seduti e guardano milioni di Facebook-dipendenti caricare volontariamente le loro informazioni personali, foto ed elenchi dei loro oggetti di consumo preferiti. Una volta che ha beneficiato di questo vasto database di esseri umani, Facebook semplicemente vende le informazioni agli inserzionisti, o, come Zuckerberg la mette in un recente post sul blog, "per cercare di aiutare le persone a condividere le informazioni con i loro amici sulle cose che fanno sul web ".
E anzi, questo è proprio ciò che sta succedendo. Il 6 novembre dello scorso anno, Facebook ha annunciato che 12 marche globali erano salite a bordo, incluse Coca-Cola, Blockbuster, Verizon, Sony Pictures e Condé Nast. Tutti formati nella commercializzazione di stronzate del più alto livello,, i loro rappresentanti hanno commentato entusiasti come segue.
"Con le pubblicità di Facebook, i nostri marchi possono diventare parte del modo in cui gli utenti comunicano e interagiscono su Facebook", ha detto Carol Kruse, Vice Presidente marketing interattivo globale della Coca-Cola Company. "Riteniamo che si tratti di un modo innovativo per coltivare rapporti con milioni di utenti di Facebook, permettendo loro di interagire con Blockbuster in modi convenienti, pertinenti e divertenti", ha affermato Jim Keyes, presidente e amministratore delegato Blockbuster. "Questo va al di là delle creazioni pubblicitarie. Si tratta di Blockbuster che partecipa alla comunità dei consumatori in modo che, in cambio, i consumatori si sentano motivati a condividere i benefici del nostro marchio con i loro amici". "Condividere" nel linguaggio di Facebook sta per "pubblicizzare". Iscriviti a Facebook e diventerai un inserzione libera di camminare e parlare per Blockbuster o Coca-Cola, esaltando le virtù di queste marche ai tuoi amici. Stiamo assistendo alla mercificazione dei rapporti umani, l'estrazione di valore capitalista dalle amicizie.

Ora, dal confronto con Facebook, i giornali, ad esempio, ne escono irrimediabilmente obsoleti come modello di business. Un giornale vende spazi pubblicitari per aziende che vogliono vendere qualcosa ai propri lettori.
Ma il sistema è molto meno sofisticato di Facebook per due motivi. Uno di questi è che i giornali devono sopportare la noiosa spesa di pagare i giornalisti per fornire contenuti. Facebook ottiene il suo contenuto gratuitamente. L'altra è che Facebook può individuare il target della sua pubblicità con precisione di gran lunga superiore a un giornale. Ammettete su Facebook che il proprio film preferito è Hellboy, e quando un film del genere uscirà, potete essere certi che vi invieranno la pubblicità.
E'vero che Facebook di recente si è messo nei pasticci con Beacon, il suo programma di pubblicità. Agli utenti è stato notificato che uno dei loro amici aveva fatto un acquisto in alcuni negozi on-line; 46.000 utenti hanno ritenuto questo livello di pubblicità invadente, e firmato una petizione denominata "Facebook! Smettila di invadere la mia privacy!"
Zuckerberg si è scusato sul blog dell’azienda. Ha scritto che ora hanno cambiato il sistema e invece che distaccarsi si dovrà decidere di partecipare al programma. Ma ho il sospetto che questa piccola ribellione sull’essere così spietatamente mercificati sarà presto dimenticata: dopo tutto, vi è stato un clamore nazionale da parte del movimento delle libertà civili, quando l'idea di una forza di polizia è stato dibattuto nel Regno Unito a metà degli anni 19 ° secolo.
Inoltre, avete mai voi utenti di Facebook effettivamente letto l'informativa sulla privacy? Si dice che non avete molta vita privata. Facebook finge di essere per la libertà, ma non è davvero più simile ad un regime totalitario virtuale ideologicamente motivato, con una popolazione che sarà molto presto superiore a quella del Regno Unito? Thiel e gli altri hanno creato il proprio paese, un paese di consumatori.
Ora potreste, come Thiel e gli altri nuovi maestri del cyberverso, trovare questo esperimento sociale estremamente eccitante. Ecco finalmente lo stato 'illuminista' tanto desiderato da quando i Puritani del 17 ° secolo hanno navigato verso l'America del Nord, un mondo in cui ognuno è libero di esprimersi a proprio piacimento, in base a chi sta guardando. I confini nazionali sono una cosa del passato e tutti insieme salterelliamo in un libero spazio virtuale. La natura è stata conquistata grazie alla la sconfinata ingenuità dell’uomo. Sì, e si può decidere di inviare al geniale investitore Thiel tutti i propri soldi, e certamente aspettate con impazienza per la quotazione pubblica dell’inarrestabile Facebook.
Oppure si potrebbe riflettere sul fatto che non si vuole davvero essere parte di questo programma pesantemente finanziato per creare un arida repubblica virtuale globale, dove noi stessi e le nostre relazioni con i nostri amici sono convertiti in beni in vendita a gigantesche marche mondiali. Potresti decidere che non desideri essere parte di questa offerta pubblica di acquisto per il mondo.
Per parte mia, mi ritiro del tutto dalla cosa, rimango sconnesso il più possibile, e trascorro il tempo che risparmio da Facebook facendo qualcosa di utile, come leggere libri. Perché dovrei voler sprecare il mio tempo su Facebook, quando non ho ancora letto l’Endymion di Keats? E quando ci sono semi da seminare nel mio giardino? Non voglio ritirarmi dalla natura, vorrei ricollegarmi ad essa. Dannata aria condizionata! E se voglio connettermi alla gente intorno a me, vorrei tornare ad un vecchio pezzo di tecnologia. È gratuito, facile e offre una esperienza individuale davvero singolare di condivisione delle informazioni: è chiamato parlare.
Facebook sulla privacy
Solo per divertimento, provate a sostituire le parole 'Grande Fratello' ogni volta che leggere la parola 'Facebook'
1
Vi pubblicizzeremo
"Quando si utilizza Facebook, è possibile impostare il profilo personale, stringere relazioni, inviare messaggi, effettuare ricerche e query, formare gruppi, creare eventi, aggiungere applicazioni, e trasmettere le informazioni attraverso vari canali. Raccogliamo queste informazioni in modo che si possa fornire il servizio e offrire funzionalità personalizzate ".
2
Non è possibile eliminare nulla
"Quando si aggiornano le informazioni, verrà mantenuta una copia di backup della versione precedente per un periodo di tempo ragionevole per consentire il ritorno alla versione precedente di tali informazioni."
3
Chiunque può dare uno sguardo alle tue più intime confessioni
"... Non possiamo garantire che i contenuti degli utenti pubblicati sul sito non verranno visualizzati da persone non autorizzate. Non siamo responsabili per qualsiasi elusione delle impostazioni di privacy o delle misure di sicurezza contenute nel sito. Comprendi e riconosci che, anche dopo la rimozione, la riproduzione di contenuti dell’utente può rimanere visibile nell’archivio della cache o delle pagine o se altri utenti hanno copiato e incollato i tuoi contenuti utente ".
4
Il vostro profilo di marketing da noi creato sarà imbattibile
"Facebook potrà anche raccogliere informazioni su di te da altre fonti, come i giornali, i blog, i servizi di messaggistica istantanea, e gli altri utenti del servizio di Facebook attraverso il funzionamento del servizio (ad esempio, i tag foto), al fine di offrirti informazioni utili e una esperienza più personalizzata ".
5
Uscirne non significa uscirne
"Facebook si riserva il diritto di inviare avvisi sul tuo conto, anche se avrai eliminato volontariamente tutte le notifiche via email ".
6
La CIA potrebbe guardare la tua roba quando gli va.
"Con Facebook, acconsenti ad avere i tuoi dati personali trasferiti e elaborati negli Stati Uniti... Potremmo essere tenuti a divulgare informazioni sugli utenti ai sensi della legge, come in caso di citazioni o ingiunzioni, o in conformità con le leggi . Noi non riveleremo informazioni fino a quando non avremo saremo convinti che una richiesta di informazioni da parte delle autorità giudiziarie o di privati contendenti soddisfa le norme di legge in corso di validità. Inoltre, potremo condividere le informazioni sull’utente o altre informazioni, se riterremo che sia necessario per conformarsi alla legge, al fine di proteggere i nostri interessi o dei beni, per prevenire le frodi o altre attività illecite perpetrate attraverso il servizio di Facebook o utilizzando il nome Facebook, o per evitare pericoli imminenti.
Ciò può includere la condivisione delle informazioni con altre società, avvocati, agenti o agenzie governative

Interessante vero? Ma guarda quante simpatiche personcine e multinazionali stanno dietro questo "utilissimo" (a loro) sistema di networking chiamato Facebook e guarda un pò il caso, chi tira i fili dei pupi??? Ma i peggiori neo-conservatori WASP/massoni americani (non che i democratici "sinistroidi" americani siano meglio eh), in più in questo giochino ci si infilano anche i servizi segreti, tanto che l'SIS meglio noto come MI-6 (il servizio di spionaggio inglese per l'estero) si mette a cercare reclute su Facebook, e se lo fanno loro lo fanno anche gli altri, Mossad in primis; massì, trasformiamoci tutti in piccoli James Bond per i maschietti e tante Mata Hari per le femminucce in fondo chi non ha mai sognato di fare l'agente segreto??? Eh sì, il social networking è una cosa fondamentale per l'uomo moderno, guai a restarne senza, la libertà invece si può regalare, tanto siamo in regime di democrazia, siamo liberi no???

mercoledì 5 novembre 2008

La miseria dell'uomo e un dio inesistente (o no)?

In questo video tratto da Jesus Christ Superstar, un meraviglioso musical del 1973, si vede tutta la miseria dell'umanità nella sua forma fisica e spirituale; i ciechi, i lebbrosi, gli storpi, i muti e i poveri, come immondi vermi fuoriescono dalle loro tane accalcandosi intorno a Cristo urlandogli contro le loro miserie e cercandone nel contempo e in maniera egoista il miracolo per riscattarli dalla loro condizione di reietti. Sopraffatto da tutta quella folla e cedendo alla loro insistenza urla di lasciarlo in pace per finire poi fagocitato dalla miseria fattasi intorno a lui, oggi ripensando a questo breve pezzo del musical mi sono soffermato a ragionarci sopra, mi sono posto alcune domande e ho tratto alcune conclusioni:

1- L'uomo non cambierà mai, sarà sempre pronto ad accusare chiunque (dio, il capoufficio, il collega, la moglie/marito/fidanzato/fidanzata) pur di trovare una causa delle sue miserie e delle sue disgrazie e difficilmente analizzerà se stesso (il cosidetto esame di coscienza).

2- Nonostante l'uomo trovi (99 volte su 100) nell'entità dio il capro espiatorio di qualunque infimo problema lo affligga, al primo accenno di problema reale sarà ipocriticamente pronto a ricorrere al suo aiuto.

3- L'uomo non è capace di limitare il suo egoismo e mai nulla potrà soddisfarlo appieno, sentirà sempre un vuoto interiore che sfogherà in altra maniera, di solito sopraffando altri uomini appena ne ha occasione.

4- L'uomo è vile, non ha coraggio di vivere per quello che è o per quello che ha, preferisce accasciarsi e conformarsi alla massa amorfa dei tanti (come i reietti nel video capaci solo di urlare le proprie disgrazie), sono ben pochi coloro che decidono di combattere per provare ad emergere al disopra della stessa e cercare di migliorare se stessi e quelli intorno a sè.

5- Se mai esistesse dio o una divinità creatrice di qualunque genere non credo proverebbe pietà per queste sue creature capaci solo di lamentele e ipocrisia, anzi, si renderebbe irreperibile per non essere più disturbato da nessuno. Nelle infinite possibilità anche questa potrebbe essere reale, chissà, forse è veramente in vacanza, forse è morto, forse neppure esiste, ma alla fine che importa? Se la mentalità umana ci porta a non superare questa nostra tara di voler accusare sempre qualcun'altro delle nostre disgrazie e infelicità perché mai dovrebbe venire qualcuno a salvarci? Cominciamo a salvare noi stessi invece e chissà mai che forse qualcosa cominci veramente a cambiare.