venerdì 28 novembre 2008

Facebook questo (s)conosciuto

Ultimamente non si fa altro che parlare di questo incredibile (sic) mezzo di socialnetworking chiamato Facebook, mezzo che attira quotidianamente frotte e frotte di utenti tonti (utonti) nelle maglie sempre più fitte della sua ragnatela. Questo "gioiello", nato dalla società occidentalista americana, società acefala e priva di spina dorsale, viene ben mimetizzato utilizzando la scusante del "ritrovare i vecchi compagni di scuola" (ma se non li si vede magari da decenni, ci sarà pure un suo buon motivo no?), il prodotto così è pronto per essere smerciato alla massa amorfa e acritica che avidamente lo divora, lo digerisce e infine lo espelle sotto la sua ben nota forma attirando a sè altre milioni di "mosche" (gli utonti) pronte a cibarsene con avidità permettendo il ripetersi ad libitum del processo finché tutte (o quasi) saranno bloccate nella tela; solo a quel punto i "ragni" usciranno allo scoperto per cibarsi delle stupide "mosche" che si credevano libere. Sì, perché il caro Facebook altro non è che una estroflessione tecnologica delle multinazionali, degli speculatori finanziari e forse di qualcos'altro, come andremo a vedere.

Il primo articolo che vi voglio sottoporre integralmente è stato scritto da Amir Ahmadi e si può trovare sul sito ComeDonChisciotte, è un articolo piuttosto leggero ma va bene come introduzione al fenomeno Facebook.

DI AMIR AHMADI
Comedonchisciotte.org

“Noi siamo ciò che facciamo ripetutamente” - Aristotele, 384-322 A.C.

Devo dire che i miei sentimenti nei confronti del Social Networking sono disparati e, ad essere sincero, contrastanti. Alterno fasi di sincero apprezzamento per il senso di “comunità” ad altre in cui si fa avanti l’idea che l’intero sistema di networking, blogging e profili virtuali vari, quando non è indirizzato ad un obiettivo reale, altro non è che una frammentazione narcisistica. E sterile.
Vorrei chiarire questo passaggio analizzando in particolare il fenomeno Facebook. Questo sito, che è arrivato ad essere esposto agli onori addirittura delle cronache giornalistiche ed è uno dei più visitati del pianeta, è partito come strumento per ritrovare vecchi compagni di scuola che, classico cliché, si perdono di vista col passare degli anni. Oggi Facebook è un complesso ingranaggio che fa del viral marketing un’arma molto raffinata, ma che lo espone anche ad inevitabili contraddizioni.

Anzitutto, qual’è una delle differenze tra FB e le centinaia di altri siti simili? In fondo, il navigatore può postare il proprio stato d’animo, pubblicare foto, filmati, musiche, testi, poesie, in virtualmente qualsiasi altro website o forum. Ma una delle differenze cruciali sta nel fatto che “faccialibro”, una volta che l’utente ha caricato una foto sul suo spazio, invita ad identificare anche altri soggetti eventualmente presenti nella foto. Così, ad esempio, per quanto mi riguarda ho scoperto di essere su Facebook...prima ancora di essermi volontariamente iscritto! Ed un pò come al commissariato, ogni foto è sottoposta al vaglio degli amici, degli amici degli amici e così via, in un circolo... viziato dove ognuno “riconosce” qualcun altro. Quest’ultimo, com’è successo a me, viene a conoscenza della cosa a gioco fatto, ed a quel punto, per sapere se c’è altro che lo riguarda, o più spesso semplicemente in preda alla genuina curiosità di scoprire quali altri avvenimenti recenti o remoti si stanno esponendo, cade nella trappola. Pardon, nell’invito. Peraltro molto ben strutturato: entrati a far parte di fb, non solo troverete decine di messaggi di cordiali benvenuto da parte di chi vi conosce, ma anche un intero parco di giocattoli cibernetici pronti a rivelare qual’è la vostra vera personalità, il AMIR vostro quoziente intellettivo, i vostri gusti musicali o cinematografici... nonché naturalmente a confrontarli con gli altri. Facebook è terribilmente abile, quasi tutti ve lo confermeranno, nel rubarvi sempre più tempo. Ed il motivo è che fornisce la perfetta illusione di stare interagendo con i vostri amici! Ma le cose non stanno esattamente così, e non serve essere dei complottisti per intuirlo:

Innanzitutto, si arriva presto o tardi (ma ci si arriva) alla consapevolezza che l’intero meccanismo sia vuoto. Sono offerte, è vero, molteplici “pagine” per discutere degli argomenti più disparati, ma oltre ad “unirsi” ad un gruppo di discussione, generalmente non si postano interventi in merito a nulla, escluse frasi di contorno alle serate dell’ultimo week-end. Gran parte del tempo (e cresce esponenzialmente) che si passa sul sito lo si dedica a cercare una frase interessante per il proprio “status”, a curiosare su chi è il nuovo fidanzato/a di chi, a riempire la propria pagina di elementi che possano in qualche modo denotare quanto si è simpatici/intellettuali/alternativi/chic/sexy/irresistibili: il tutto arrivando ad auto-definirsi (non più tanto virtualmente) in funzione del richiamo ad altre frasi/canzoni/ film/libri/mete visitate. Sorrido (e lo faccio da inguaribile snob) al pensiero di tutti gli utenti che immancabilmente cercano di essere originali auto-denotandosi attraverso materiale prodotto da altri. Che originalità! Sorrido perché anche qui, purtroppo, la conclusione è solo una: arrivati a questo punto non si è più soggetti attivi di una imprecisata comunità, si diventa piuttosto un target, un prodotto l’utente stesso, catalogato in un immenso database che conosce i nostri gusti, le nostre tendenze, i nostri legami, le nostre frequentazioni. E, badate bene, queste informazioni, una volta trasmesse (magari neanche da voi stessi!), non solo non sono più vostre, sono immagazzinate virtualmente per sempre. Altro che tutela della privacy.

Vi riporto un estratto dei Termini d’Uso di Facebook, in inglese: “By posting User Content to any part of the Site, you automatically grant, and you represent and warrant that you have the right to grant, to the Company an irrevocable, perpetual, non-exclusive, transferable, fully paid, worldwide license (with the right to sublicense) to use, copy, publicly perform, publicly display, reformat, translate, excerpt (in whole or in part) and distribute such User Content for any purpose, commercial, advertising, or otherwise, on or in connection with the Site or the promotion thereof, to prepare derivative works of, or incorporate into other works, such User Content, and to grant and authorize sublicenses of the foregoing.” La traduzione italiana presente su FB recita così: “Affiggendo il Contenuto di Operatore a qualunque parte del Luogo, lei concede automaticamente, e lei rappresenta e garantisce che lei ha la destra per concedere, alla Società una licenza irrevocabile, perpetua, non-esclusivo, trasferibile,, completamente pagata, mondiale (con la destra al sublicense) di usare, copiare, pubblicamente eseguire, pubblicamente mostrare, riformattare, tradurre, l'estratto (nell'intero o nella parte) e distribuire tale Contenuto di Operatore per qualunque scopo, commerciale, la pubblicità, o altrimenti, su In connessione col Luogo o il thereof di promozione, preparare i lavori derivati di, o incorpora negli altri lavori, tale Contenuto di Operatore, e concedere ed autorizzare il sublicenses del rinunciare. “ Ci avete capito qualcosa? No, non sono stato io a tradurre, né personalmente né con un becero traduttore online e gratuito. Questo maccheronico testo è solo una porzione del “contratto” cui abbiamo aderito quando ci siamo iscritti. A parte la marginale considerazione sul fatto che un colosso del genere potrebbe anche spendere qualche centinaio di euro per una traduzione più “umana”, quello che significa, in estrema sintesi e rifacendomi al testo originale è questo: qualsiasi cosa inseriate in facebook diventa “di” facebook. Tutti gli annessi diritti, nonché la facoltà (naturalmente insita in questo tipo di servizio) di riprodurre in qualsiasi modo e per qualsiasi finalità i VOSTRI contenuti sono autorizzati. A loro.

Provate a chiedervi cosa succede se tutto questo improvvisamente non vi sta bene. Se rifiutate l’idea di essere irrimediabilmente ostaggio di una comunità che da un lato vi offre il miraggio di legami più estesi e più stretti, e dall’alto vi espone solamente a chiedervi “da quale lato vengo meglio in foto?”.
I legali di fb hanno pensato bene di inserire la seguente dicitura in proposito: “You may remove your User Content from the Site at any time. If you choose to remove your User Content, the license granted above will automatically expire, however you acknowledge that the Company may retain archived copies of your User Content. Facebook does not assert any ownership over your User Content; rather, as between us and you, subject to the rights granted to us in these Terms, you retain full ownership of all of your User Content and any intellectual property rights or other proprietary rights associated with your User Content.” In parole povere, qualora decideste di rimuovere il vostro contenuto (ma tanto i vostri “cloni” restano lì tra gli album degli amici), lo potete sicuramente fare, ma... accettate al tempo stesso che FB trattenga copie dello stesso. Voi rimanete senz’altro proprietari di ciò che avete inserito personalmente (se davvero ne detenete il diritto naturalmente), ma in ogni caso la facoltà per FB di continuare ad avere nel proprio database quegli stessi dati, anche se lungi da rivendicarne il possesso, permane.

Controversie legali a parte, vorrei tornare alla frase con cui ho aperto questo intervento, cercando di collegarla all’immagine di milioni di utenti che quotidianamente hanno così a cuore render noto a tutti, indistintamente, cosa hanno fatto nel week-end e con chi, quali e quante città hanno visitato, qual’è il risultato del loro test “che amante sei?” e così via, tra un pizzicotto/bacio/test dell’umore istantaneo e l’altro.
La pressocché ossessiva tendenza a ripetere quotidianamente ed a colpi di mouse questo tipo di interazione è davvero ciò che ci può definire? Una massa di voyeur, tanto pettegoli quanto frivoli, tanto evanescenti quanto narcisi? O forse la disse meglio Schopenhauer, quando scrisse che l’uomo moderno è destinato ad oscillare tra distrazione e noia? In un mondo sempre più veloce e gravido di opportunità, com’è possibile ridurre un ritrovo tra amici, o una semplice telefonata, ad un complesso sistema di interazioni virtuali e di invii di frammenti di sé? Mi è inizialmente piaciuta, in un certo modo, l’idea di poter scherzare con amici vecchi e nuovi anche attraverso un mezzo del genere. Ho vissuto per un brevissimo periodo (fortunatamente non faccio un lavoro troppo sedentario) simpaticamente l’opportunità di un saluto, una battuta veloce tra scrivanie lontane. Ma quando poi la finestra sui nostri mondi diventa troppo grande, infastidisce. Forse è meglio rivolgere lo sguardo verso altre finestre, più tangibili.

AMIR AHMADI
Fonte: www.comedonchisciotte.org
7.11.08

Il secondo articolo, molto più impegnativo del precedente, che vi voglio sottoporre è apparso sul Guardian ed è stato scritto da Tom Hodgkinson, vi riporto la versione tradotta in italiano mentre qui potrete trovare la versione in inglese.

CON AMICI COME QUESTI …….
di Tom Hodgkinson
guardian.co.uk, Monday January 14 2008
Facebook ha 59 milioni di utenti - e 2 milioni di nuovi utenti si iscrivono ogni settimana. Ma Tom Hodgkinson non verrà beccato a fornire volontariamente i propri dati personali - non ora conosce le intenzioni delle persone che stanno dietro alla creazione di questo sito e della sua rete sociale.
Disprezzo Facebook !
Questo business americano dall’enorme successo si descrive come " uno strumento sociale che collega tra loro gli amici e le persone che lavorano, studiano o vivono insieme". Ma aspettate. Quale diavolo sarà il motivo che mi costringe ad avere bisogno di un computer per connettermi con la gente intorno a me? Perché i miei rapporti dovrebbero essere mediati attraverso l'immaginazione di un gruppo di supercervelloni originari della California?
Che cosa c’era di male in un pub?
Ma Facebook connette davvero le persone? O forse non ci disconnette, dal momento che invece di fare qualcosa di divertente, come parlare o mangiare o ballare o bere con gli amici, sto semplicemente inviando loro note sgrammaticate e divertenti foto nel cyberspazio, mentre sto incatenato alla mia scrivania? Un mio amico mi ha detto recentemente che aveva trascorso una Sabato notte a casa da solo su Facebook, a bere alla sua scrivania. Che immagine triste. Lungi dal connetterci, Facebook effettivamente ci isola alle nostre scrivanie.
Facebook inoltre lusinga la nostra vanità ed egocentrismo. Se metto una bella immagine di me stesso con un elenco delle mie cose preferite, posso costruire una bella rappresentazione artificiale di me stesso, al fine di ottenere sesso o approvazione. ( "Mi piace Facebook", ha detto un altro amico. " mi è valso una scopata.") Si incoraggia inoltre una preoccupante competitività sull’amicizia: ormai sembra che riguardo agli amici la qualità non conti nulla e la quantità sia sovrana. Più amici hai, migliore sei. Sei "popolare", nel senso molto amato nelle scuole superiori americane. Ne è testimone il titolo del nuovo giornale su Facebook della Dennis Publishing: "Come raddoppiare la tua lista di amici".
Sembra, tuttavia, che io sia molto solo nella mia ostilità. Mentre scrivo, Facebook afferma di avere 59 milioni di utenti attivi, di cui 7 milioni nel Regno Unito, il terzo più grande cliente di Facebook dopo gli Stati Uniti e il Canada. Vuol dire 59 milioni di babbei, i quali hanno tutti volontariamente fornito informazioni sulla loro identità e sulle loro preferenze nei consumi a un impresa americana di cui non sanno nulla. Proprio ora, 2 milioni di persone si iscrivono ogni settimana. Al ritmo attuale di crescita, Facebook avrà più di 200 milioni di utenti attivi il prossimo anno a quest’epoca. E prevedo che, se non altro, il suo tasso di crescita accelererà nel corso dei prossimi mesi. Come dice il suo portavoce Chris Hughes: "Si è infiltrato in misura tale che sarà difficile liberarsene."
Tutto quanto sopra sarebbe stato sufficiente a farmi odiare Facebook per sempre. Ma ci sono altre ragioni per odiarlo. Molte di più.
Facebook è un progetto ben finanziato, e la gente dietro al finanziamento, un gruppo di speculatori della Silicon Valley, ha una chiara ideologia di pensiero sperano di diffondere in tutto il mondo. Facebook è una manifestazione di questa ideologia. Come è già successo con PayPal, si tratta di un esperimento sociale, espressione di un particolare tipo di liberalismo neoconservatore. Su Facebook si può essere liberi di essere chi si vuole essere, fino a quando si accetta di essere bombardati da messaggi pubblicitari delle più grandi marche mondiali. Come con PayPal, i confini nazionali sono una cosa del passato.
Anche se il progetto è stato inizialmente concepito dalla stella dei media Mark Zuckerberg, il vero volto dietro Facebook è Peter Thiel, quarantenne speculatore della Silicon Valley e filosofo futurista.
Ci sono solo tre membri nel consiglio d'amministrazione di Facebook, e sono Thiel, Zuckerberg e un terzo investitore, Jim Breyer della Accel Partners (di lui parleremo dopo). Thiel ha investito 500.000 dollari in Facebook, quando gli studenti di Harvard Zuckerberg, Chris Hughes e Dustin Moskowitz sono andati a incontrarlo a San Francisco nel giugno 2004, subito dopo aver lanciato il sito. Thiel ora possiede il 7% di Facebook, che, con l’attuale valutazione di Facebook di 15 miliardi di dollari, vuol dire circa 1 miliardo di dollari. E’ nato un grosso dibattito su chi fossero davvero i co-fondatori originari di Facebook, ma chiunque fossero, Zuckerberg è l'unico a essere rimasto, anche se Hughes e Moskowitz ancora lavorano per l'azienda.
Thiel è considerato nella Silicon Valley e negli Stati Uniti della speculazione come un genio libertario. E’ il co-fondatore e amministratore delegato del sistema bancario virtuale PayPal, che ha venduto a eBay per 1,5 miliardi di dollari, tenendo 55 milioni di dollari per sé. Ha anche un fondo di copertura di 3 miliardi di sterline chiamato Clarium Capital Management e un fondo di capitale di rischio chiamato Founders Fund. Il Bloomberg Markets Magazine lo ha recentemente chiamato "uno dei più grandi gestori di fondi di copertura nel paese". Ha fatto soldi con le scommesse sul rialzo dei prezzi del petrolio e nel prevedere correttamente l’indebolimento del dollaro.
Lui e i suoi amici assurdamente ricchi di Silicon Valley sono stati recentemente etichettati "La mafia PayPal" dal giornale Fortune, il cui cronista ha anche osservato che Thiel ha un maggiordomo in livrea e una McLaren da $ 500.000. Thiel è anche bravissimo a giocare a scacchi e intensamente competitivo. E’ conosciuto per il gesto di lanciare a terra la scacchiera furibondo quando perde. E non si scusa per questa iper-competitività, anzi: il suo motto è "Mostrami un buon perdente e ti mostrerò un perdente".
Ma Thiel è più di un semplice capitalista avaro e intelligente. E’ un filosofo futurista e attivista neoconservatore. Laureato in filosofia presso la Stanford, nel 1998 ha partecipato alla stesura di un libro chiamato “Il mito della differenza”, che è un attacco dettagliato contro lo spirito libertario e il multiculturalismo che domina la Stanford. Egli ha sostenuto che il multiculturalismo ha portato ad una diminuzione delle libertà individuali. Mentre era studente a Stanford Thiel ha fondato una rivista di destra, ancora esistente ed attiva, chiamata Stanford Review – il cui motto è: Fiat Lux ("Sia la luce").
Thiel è un membro del TheVanguard.org, un gruppo di pressione neoconservatore su Internet che è stato istituito per attaccare MoveOn.org, un gruppo di pressione liberale che lavora sul web. Thiel si autoproclama "antilibertario".
The Vanguard è gestito da un tale D. Rod Martin, un filosofo-capitalista che Thiel ammira molto. Sul sito, Thiel dice: "Rod è una delle menti più brillanti nella creazione delle idee nuove e necessarie sulle politiche pubbliche. Egli ha una visione più completa dell'America rispetto a quella che hanno la maggior parte dei dirigenti sulle proprie imprese".
Questo piccolo assaggio dal loro sito vi darà un'idea della loro visione del mondo: "TheVanguard.Org è una comunità online di americani che credono nei valori conservatori, nel libero mercato e in un governo di pochi come mezzo migliore per portare la speranza e opportunità infinite per tutti, specialmente i più poveri tra di noi". Il loro obiettivo è quello di promuovere politiche che "rimodellare l'America e il mondo". TheVanguard descrive la sua politica come "Reaganite / Thatcherite". Il messaggio del presidente dice: "Oggi insegneremo a Moveon [sito liberale], a Hillary e alla media di sinistra lezioni che non hanno mai immaginato".
Quindi, la visione politica di Thiel non è in dubbio. Cosa dire della sua filosofia? Ho ascoltato un podcast sulle idee di Thiel per il futuro. La sua filosofia, in breve, è questa: dal 17 ° secolo, alcuni pensatori illuminati hanno allontanato il mondo dal “vecchio stile di vita” vincolata alla natura, e qui egli cita la famosa caratterizzazione della vita di Thomas Hobbes come "brutta, brutale e breve", verso un nuovo mondo virtuale in cui abbiamo conquistato la natura. Il valore ora si situa nelle cose immaginate. Thiel dice che PayPal è stata motivata da questa convinzione: che è possibile trovare il valore non in oggetti fabbricati realmente, ma nelle relazioni tra gli esseri umani. PayPal è un modo di muovere denaro in tutto il mondo senza restrizioni. Bloomberg Markets la mette così: "Per Thiel, PayPal era tutto sulla libertà: consente infatti alle persone di eludere i controlli sulle valute e muovere denaro in tutto il mondo."
Chiaramente, Facebook è un altro esperimento uber-capitalista: si possono fare soldi sull’amicizia? Si possono creare delle comunità libere dai confini nazionali - e quindi vendergli la Coca-Cola? Facebook è del resto profondamente poco creativa. Non fa nulla, ma media semplicemente rapporti che già esistono.
Il mentore filosofico di Thiel è tale René Girard della Stanford University, fautore di una teoria del comportamento umano chiamato "desiderio mimetico". Girard ritiene che le persone siano essenzialmente come pecore e copino l'un l'altro senza molta riflessione. La teoria sembrerebbe essersi dimostrata corretta nel caso dei mondi virtuali di Thiel: l'oggetto desiderato è irrilevante; tutto quello che dovete sapere è che gli esseri umani tendono a muoversi in branchi. Da cui scaturiscono le bolle finanziarie. Di qui l'enorme popolarità di Facebook. Girard è uno degli assidui frequentatori delle serate intellettuali organizzate da Thiel. Ciò di cui non si parla nella filosofia di Thiel, tra l'altro, sono vecchi concetti del mondo reale quali arte, bellezza, amore, gioia e verità.
Internet è immensamente attraente per neocons come Thiel, perché promette un certo tipo di libertà nei rapporti umani e nel mondo degli affari, la libertà da scoccianti leggi nazionali, confini nazionali e simili. Internet apre un mondo di libero scambio ed espansione senza limiti. Thiel sembra anche approvare paradisi fiscali off-shore, e sostiene che il 40% della ricchezza mondiale risiede in luoghi come Vanuatu, Isole Cayman, il Principato di Monaco e le Barbados. Penso che sia far notare che Thiel, come Rupert Murdoch, è contro le tasse. Egli ama anche la globalizzazione della cultura digitale perché rende gli imperi bancari duri da attaccare: "Non è possibile che una rivoluzione dei lavoratori investa una banca, se la banca è in Vanuatu", spiega.
Se la vita nel passato era brutta, brutale e breve, in futuro Thiel vuole renderla molto più lunga, e a tal fine ha anche investito in una società che sta studiando tecnologie di allungamento della vita. Ha investito 3,5 milioni di sterline sui lavori di un gerontologo con sede a Cambridge chiamato Aubrey de Gray, che è alla ricerca della chiave per l'immortalità. Thiel è anche nel consiglio di amministrazione di una cosa chiamata Istituto Particolare per l’Intelligenza Artificiale. Dal suo fantastico sito web, proclama: " Questo istituto è la creazione tecnologica di un intelligenza più che umana. Ci sono diverse tecnologie ... che vanno in questa direzione ... ... Intelligenza Artificiale, interfacce dirette cervello-computer... l'ingegneria genetica ... diverse tecnologie che, se raggiungessero un alto livello, permetterebbero la creazione di intelligenza più che umana ".
Quindi, per sua stessa ammissione, Thiel sta cercando di distruggere il mondo reale, che egli chiama anche "natura", e installare un mondo virtuale al suo posto, ed è in questo contesto che dobbiamo vedere l'ascesa di Facebook. Facebook è un esperimento deliberato di manipolazione a livello mondiale, e Thiel è un brillante individuo nel pantheon neoconservatore, con un debole per lontane fantasie tecno-utopiche. Non qualcuno che vorrei aiutare ad arricchirsi.
Il terzo membro del direttivo di Facebook è Jim Breyer, partner della Accel Partners, che ha investito 12,7 milioni di $ su Facebook nel mese di aprile 2005. Nel consiglio di amministrazione di giganti americani come Wal-Mart e Marvel Entertainment, è anche un ex presidente della National Venture Capital Association (NVCA). Ora queste sono le persone che stanno veramente dietro a tutto ciò che succede di rilevante in America, perché investono nei nuovi giovani talenti, come Zuckerbergs e simili. il più recente ciclo di finanziamento di Facebook è stato guidato da una società denominata Greylock Venture Capital, che ha investito la somma di 27,5 milioni di $. Uno dei dirigenti della Greylock partner è Howard Cox, un altro ex presidente della NVCA, che è anche nel consiglio di amministrazione della In-Q-Tel. Che cos’è In-Q-Tel?
Beh, che ci crediate o meno (e controllate il loro sito web), questo è l’ala del capitale a rischio della CIA!!!

Il Dipartimento della difesa degli USA e la CIA amano tecnologia perché rende più facile lo spionaggio. "Abbiamo bisogno di trovare nuovi modi che agiscano da deterrente per i nuovi avversari", il segretario della difesa Donald Rumsfeld ha dichiarato nel 2003. "Abbiamo bisogno di fare il salto nell’età dell’informazione, che è il fondamento critico dei nostri sforzi di trasformazione". il primo presidente di In-Q-Tel è stato Gilman Louie, che è stato nel consiglio di amministrazione della NVCA con Breyer. Un'altra figura chiave nella In-Q-Tel è Anita K. Jones, ex direttore della ricerca e di ingegneria della difesa per il dipartimento statunitense della difesa, e - con Breyer - membro del Board di BBN Technologies.
Quando ha lasciato il dipartimento statunitense della difesa, il senatore Chuck Robb ha detto di lei: "Ha unito la tecnologia militare all’operatività per progettare piani dettagliati ingrado di sostenere la posizione dominante degli Stati Uniti sui campi di battaglia del prossimo secolo".
Ora anche se non credete all’idea che Facebook sia una sorta di estensione del programma imperialista americano incrociato con uno strumento di raccolta di massa delle informazioni, non c'è modo di negare che, come business, è una vera genialata. Alcuni nerds hanno suggerito in rete che la sua valutazione di 15 miliardi di dollari sia eccessiva, ma mi permetto di sostenere che sia invece fin troppo modesta. La sua portata è davvero vertiginosa, e il potenziale di crescita è praticamente illimitato. "Vogliamo che tutti siano in grado di utilizzare Facebook", spiega la voce impersonale del Grande Fratello sul sito web. Ci credo che lo desiderano.. E’ l’enorme potenziale di Facebook che ha portato Microsoft ad acquistarne l'1,6% per 240 milioni di dollari. Una recente voce dice che l’investitore asiatico Lee Ka-Shing, il nono uomo più ricco del mondo, ha comprato lo 0,4% di Facebook per 60 milioni di dollari.
I creatori del sito devono solo gingillarsi con il programma. Generalmente, stanno seduti e guardano milioni di Facebook-dipendenti caricare volontariamente le loro informazioni personali, foto ed elenchi dei loro oggetti di consumo preferiti. Una volta che ha beneficiato di questo vasto database di esseri umani, Facebook semplicemente vende le informazioni agli inserzionisti, o, come Zuckerberg la mette in un recente post sul blog, "per cercare di aiutare le persone a condividere le informazioni con i loro amici sulle cose che fanno sul web ".
E anzi, questo è proprio ciò che sta succedendo. Il 6 novembre dello scorso anno, Facebook ha annunciato che 12 marche globali erano salite a bordo, incluse Coca-Cola, Blockbuster, Verizon, Sony Pictures e Condé Nast. Tutti formati nella commercializzazione di stronzate del più alto livello,, i loro rappresentanti hanno commentato entusiasti come segue.
"Con le pubblicità di Facebook, i nostri marchi possono diventare parte del modo in cui gli utenti comunicano e interagiscono su Facebook", ha detto Carol Kruse, Vice Presidente marketing interattivo globale della Coca-Cola Company. "Riteniamo che si tratti di un modo innovativo per coltivare rapporti con milioni di utenti di Facebook, permettendo loro di interagire con Blockbuster in modi convenienti, pertinenti e divertenti", ha affermato Jim Keyes, presidente e amministratore delegato Blockbuster. "Questo va al di là delle creazioni pubblicitarie. Si tratta di Blockbuster che partecipa alla comunità dei consumatori in modo che, in cambio, i consumatori si sentano motivati a condividere i benefici del nostro marchio con i loro amici". "Condividere" nel linguaggio di Facebook sta per "pubblicizzare". Iscriviti a Facebook e diventerai un inserzione libera di camminare e parlare per Blockbuster o Coca-Cola, esaltando le virtù di queste marche ai tuoi amici. Stiamo assistendo alla mercificazione dei rapporti umani, l'estrazione di valore capitalista dalle amicizie.

Ora, dal confronto con Facebook, i giornali, ad esempio, ne escono irrimediabilmente obsoleti come modello di business. Un giornale vende spazi pubblicitari per aziende che vogliono vendere qualcosa ai propri lettori.
Ma il sistema è molto meno sofisticato di Facebook per due motivi. Uno di questi è che i giornali devono sopportare la noiosa spesa di pagare i giornalisti per fornire contenuti. Facebook ottiene il suo contenuto gratuitamente. L'altra è che Facebook può individuare il target della sua pubblicità con precisione di gran lunga superiore a un giornale. Ammettete su Facebook che il proprio film preferito è Hellboy, e quando un film del genere uscirà, potete essere certi che vi invieranno la pubblicità.
E'vero che Facebook di recente si è messo nei pasticci con Beacon, il suo programma di pubblicità. Agli utenti è stato notificato che uno dei loro amici aveva fatto un acquisto in alcuni negozi on-line; 46.000 utenti hanno ritenuto questo livello di pubblicità invadente, e firmato una petizione denominata "Facebook! Smettila di invadere la mia privacy!"
Zuckerberg si è scusato sul blog dell’azienda. Ha scritto che ora hanno cambiato il sistema e invece che distaccarsi si dovrà decidere di partecipare al programma. Ma ho il sospetto che questa piccola ribellione sull’essere così spietatamente mercificati sarà presto dimenticata: dopo tutto, vi è stato un clamore nazionale da parte del movimento delle libertà civili, quando l'idea di una forza di polizia è stato dibattuto nel Regno Unito a metà degli anni 19 ° secolo.
Inoltre, avete mai voi utenti di Facebook effettivamente letto l'informativa sulla privacy? Si dice che non avete molta vita privata. Facebook finge di essere per la libertà, ma non è davvero più simile ad un regime totalitario virtuale ideologicamente motivato, con una popolazione che sarà molto presto superiore a quella del Regno Unito? Thiel e gli altri hanno creato il proprio paese, un paese di consumatori.
Ora potreste, come Thiel e gli altri nuovi maestri del cyberverso, trovare questo esperimento sociale estremamente eccitante. Ecco finalmente lo stato 'illuminista' tanto desiderato da quando i Puritani del 17 ° secolo hanno navigato verso l'America del Nord, un mondo in cui ognuno è libero di esprimersi a proprio piacimento, in base a chi sta guardando. I confini nazionali sono una cosa del passato e tutti insieme salterelliamo in un libero spazio virtuale. La natura è stata conquistata grazie alla la sconfinata ingenuità dell’uomo. Sì, e si può decidere di inviare al geniale investitore Thiel tutti i propri soldi, e certamente aspettate con impazienza per la quotazione pubblica dell’inarrestabile Facebook.
Oppure si potrebbe riflettere sul fatto che non si vuole davvero essere parte di questo programma pesantemente finanziato per creare un arida repubblica virtuale globale, dove noi stessi e le nostre relazioni con i nostri amici sono convertiti in beni in vendita a gigantesche marche mondiali. Potresti decidere che non desideri essere parte di questa offerta pubblica di acquisto per il mondo.
Per parte mia, mi ritiro del tutto dalla cosa, rimango sconnesso il più possibile, e trascorro il tempo che risparmio da Facebook facendo qualcosa di utile, come leggere libri. Perché dovrei voler sprecare il mio tempo su Facebook, quando non ho ancora letto l’Endymion di Keats? E quando ci sono semi da seminare nel mio giardino? Non voglio ritirarmi dalla natura, vorrei ricollegarmi ad essa. Dannata aria condizionata! E se voglio connettermi alla gente intorno a me, vorrei tornare ad un vecchio pezzo di tecnologia. È gratuito, facile e offre una esperienza individuale davvero singolare di condivisione delle informazioni: è chiamato parlare.
Facebook sulla privacy
Solo per divertimento, provate a sostituire le parole 'Grande Fratello' ogni volta che leggere la parola 'Facebook'
1
Vi pubblicizzeremo
"Quando si utilizza Facebook, è possibile impostare il profilo personale, stringere relazioni, inviare messaggi, effettuare ricerche e query, formare gruppi, creare eventi, aggiungere applicazioni, e trasmettere le informazioni attraverso vari canali. Raccogliamo queste informazioni in modo che si possa fornire il servizio e offrire funzionalità personalizzate ".
2
Non è possibile eliminare nulla
"Quando si aggiornano le informazioni, verrà mantenuta una copia di backup della versione precedente per un periodo di tempo ragionevole per consentire il ritorno alla versione precedente di tali informazioni."
3
Chiunque può dare uno sguardo alle tue più intime confessioni
"... Non possiamo garantire che i contenuti degli utenti pubblicati sul sito non verranno visualizzati da persone non autorizzate. Non siamo responsabili per qualsiasi elusione delle impostazioni di privacy o delle misure di sicurezza contenute nel sito. Comprendi e riconosci che, anche dopo la rimozione, la riproduzione di contenuti dell’utente può rimanere visibile nell’archivio della cache o delle pagine o se altri utenti hanno copiato e incollato i tuoi contenuti utente ".
4
Il vostro profilo di marketing da noi creato sarà imbattibile
"Facebook potrà anche raccogliere informazioni su di te da altre fonti, come i giornali, i blog, i servizi di messaggistica istantanea, e gli altri utenti del servizio di Facebook attraverso il funzionamento del servizio (ad esempio, i tag foto), al fine di offrirti informazioni utili e una esperienza più personalizzata ".
5
Uscirne non significa uscirne
"Facebook si riserva il diritto di inviare avvisi sul tuo conto, anche se avrai eliminato volontariamente tutte le notifiche via email ".
6
La CIA potrebbe guardare la tua roba quando gli va.
"Con Facebook, acconsenti ad avere i tuoi dati personali trasferiti e elaborati negli Stati Uniti... Potremmo essere tenuti a divulgare informazioni sugli utenti ai sensi della legge, come in caso di citazioni o ingiunzioni, o in conformità con le leggi . Noi non riveleremo informazioni fino a quando non avremo saremo convinti che una richiesta di informazioni da parte delle autorità giudiziarie o di privati contendenti soddisfa le norme di legge in corso di validità. Inoltre, potremo condividere le informazioni sull’utente o altre informazioni, se riterremo che sia necessario per conformarsi alla legge, al fine di proteggere i nostri interessi o dei beni, per prevenire le frodi o altre attività illecite perpetrate attraverso il servizio di Facebook o utilizzando il nome Facebook, o per evitare pericoli imminenti.
Ciò può includere la condivisione delle informazioni con altre società, avvocati, agenti o agenzie governative

Interessante vero? Ma guarda quante simpatiche personcine e multinazionali stanno dietro questo "utilissimo" (a loro) sistema di networking chiamato Facebook e guarda un pò il caso, chi tira i fili dei pupi??? Ma i peggiori neo-conservatori WASP/massoni americani (non che i democratici "sinistroidi" americani siano meglio eh), in più in questo giochino ci si infilano anche i servizi segreti, tanto che l'SIS meglio noto come MI-6 (il servizio di spionaggio inglese per l'estero) si mette a cercare reclute su Facebook, e se lo fanno loro lo fanno anche gli altri, Mossad in primis; massì, trasformiamoci tutti in piccoli James Bond per i maschietti e tante Mata Hari per le femminucce in fondo chi non ha mai sognato di fare l'agente segreto??? Eh sì, il social networking è una cosa fondamentale per l'uomo moderno, guai a restarne senza, la libertà invece si può regalare, tanto siamo in regime di democrazia, siamo liberi no???

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai parlato un'ora intera di politica antiamericana.

Chi si iscrive a facebook lo vuole fare non perchè è idiota ma perchè conscio di volerlo fare.

Scrivi tutto cio' e sono pronto a scommettere che hai u account di posta su hotmail che e' di microsoft.

E sono altresi' pronto a scommettere che utilizzi MICROSOFT WINDOWS e magari anche MICROSOFT OFFICE.

Ciao e ricorda che tutti hanno un cervello e relativa capacità decisionale. NON E' LA MULTINAZIONALE CHE COSTRINGE GLI UTENTI AD ISCRIVERSI

Anonimo ha detto...

ahi ahi ahi ahi ahi, come siamo rabbiosi caro il mio anonimo, suvvia rilassati, la vita è già abbastanza difficile per i cavoli suoi. Adesso rispondo punto per punto ai tuoi j'accuse

1- Nel mio blog parlo di quel che mi pare e piace, non sei tu a dovermi dire cosa scrivere ne sopratutto cosa pensare.

2- Chi si iscrive su Faccia-libro lo fa perché gli arriva l'invito dell'amico/amica di turno e pensa che sia fico e alla moda far parte della "community" perché "ci sono tutti", che cosa patetica...

3- Ho diversi account di posta elettronica

4- Bravo, hai vinto la bambolina, dimentichi solo che Windows è la piattaforma distribuita di BASE su tutti i PC venduti nel globo (questa cosa si chiama monopolio per tua informazione) e a meno che uno non sia un programmatore, del pinguino se ne fa poco o nulla.

5- Che tutti abbiano un cervello posso essere d'accordo, la materia organica di varia origine, in testa, ce l'ha chiunque; è sulla capacità decisionale che ho serissimi dubbi. In più, sempre riguardo il cervello, non tutti hanno capacità di ragionare, di discernere e di capire, infatti vorrei vedere dove hai letto, nei 2 articoli che ho proposto, che siano le multinazionali a costringere la gente ad iscriversi su faccia-libro.

Ciao e ricorda che ogni tanto le rotelle del cervello vanno messe in moto e lubrificate per bene, altrimenti rimangono polvere, ragnetti e tanta tanta ruggine.

Anonimo ha detto...

difficile non ammettere che quanto scritto da Kelte non faccia riflettere, spero: Sì voglio sperare che almeno una piccola parte della popolazione del "futuro" ossia quella attiva in rete, abbia ancora la forza mentale e la volontà della coscienza.
Nell'attimo in cui decidiamo di cliccare invece di pensare, decretiamo il nostro futuro, tremendamente, pericolosamente facile, no?

Anonimo ha detto...

BUona pomeriggio e buona domenica,
anch'io ti ripsondo punto a punto:

1 Certo che hai la liberta' di fare cio' che vuoi, però è poco serio parlare di politica mettendo il titolo "FACEBOOK......". Soprattutto considerato che il risultato di questa operazine di marketing porta, con l'inganno, tante persone non interessate a visitare il tuo sito, dunque ne accrescere l'audience e di sicuro non per il contenuto politico ma per il contenuto FACEBOOK dunque il tuo blog in quanto veicolo di scambio di idee politiche.

2 e 2bis Per tua informazione puoi iscriverti su facebook senza invito. Quando mi sono iscritto: 3 o 4 anni fa (non ricordo con esattezza), non sono stato costretto da nessuno, se non dalla mia curiosità. Non mi sento nel gregge per questo, anzi credo di essere una persona che prima di sparare una sentenza approfondisce l'argomento (a differenza forse di qualche altro che, vedi punto 4, ritiene che per usare i sistemi alternativi a windows bisogna essere programmatore dunque parla per sentito dire).... Su quale base scrivi che chi si iscrive a facebook lo faccia perchè fico ed alla moda?

3 Non hai risposto alla domanda: hai TRA I TUOI ACCOUNT un account su hotmail?

4 ignoranza: windows non è la piattaforma base di TUTTI i pc venduti nel globo. Leopard (Sistema operativo dei computer Apple) non è windows, e linux non è windows. Dunque per tua informazione hai la possibilità di scegliere ma NON LO FAI. Hai mai usato ubuntu (è una delle tante distribuzioni LINUX)? Hai mai usato un Mac? Se hai risposto di si, non puoi che conveire che non devi essere un programmatore per usarli. Basta usare il cervello all'inizio e l'abitudine poi. Se poi consideri che il 90% degli utenti domestici usa il pc per sfogliare la rete internet, hai addirittura un'altra alternativa: la Playstation (ma forse hai escluso anche questa perchè prodotta da SONY. Per avere i sistemi alternativi, in quello che tu asserisci essere il monopolio, basta andare al mediaworld, per i piu' pigri ci sono vari siti online anche dei distributori come dell.
Hai mai pensato che i suggerimenti che dai nel tuo blog potrebbero in primis essere validi per te? Inoltre hai mai pensato che come portavoce di queste idee (che ovviamente non condivido ma sono pur sempre accetabili) dovresti darene un esempio concreto di modus vivendi?

5 Di fronte ad almeno due alternativea windows: Mac e Linux (piu' la terza Playstation), che scelta hai fatto? Quale sistema hai provato prima di decidere quale fosse la piattaforma che piu' ti si addice? :) L'acquisto è avvenuto prima o dopo del tagliando alla materia grigia?


Stammi bene kelte e stai anche tranquillo, non sono rabbioso ma "alterato" nel leggere tante parole e pochi fatti concreti, come la maggior parte di quelli che chiacchierano e basta contro i colossi ma continuano a goderne dei servizi.
Coerenza Kelte. Chi non è coerente mi altera.

Stammi bene
Claudio

Ps: di che marca è la tua TV? :)

Concordo con la risposta del 17 gennaio. Pero' che tipo di riflessione puo spingere a fare una discussione filosofica che appare lontana anni luce dalla realtà inquanto anche chi la firma non la segue? Questo per me è davvero un cattivo esempio. Cliccare, decidere, fare, telefonare, comprare un cellulare, o una tv: IN QUALSIASI ISTANTE DELLA NOSTRA VITA DECIDIAMO IL NOSTRO FUTURO, ma Kelte nella risposta 5 non sembra essere d'accordo: ha "serissimi dubbi". mi viene l'orticaria nello scrivere ciò. Però ribadisco e concludo: sono d'accordo con te, ma assolutamente no con Kelte.

Claudio

Anonimo ha detto...

Ciao a te,

1- Se facessi marketing politico nel mio blog avrei messo qualche pubblicità o link a siti di partito o perché no uno dei classici "donate con pay-pal" tanto per spillare soldi ai fessacchiotti, invece, ma guarda un pò, non c'é nulla di tutto questo. Regola numero 1 della vita, prima di parlare/scrivere accertati di collegare il cervello alla bocca/dita.

2- Per fortuna ci sei tu a dirmi che ci si può iscrivere su facebook senza ricevere l'invito, come avrei fatto senza questa tua informazione di importanza vitale. Dico che chi si iscrive su facebook lo faccia perché fa figo ed è alla moda proprio perché è la realtà dei fatti, quanta gente fa delle cose assurde o assume dei comportamenti ormai stereotipati perché lo fanno anche gli altri? Troppi direi, quindi perché facebook e i suoi utonti dovrebbero esserne esenti? Sono forse facenti parte di una casta a se stante? Non mi pare proprio, però guardacaso finiscono tutti in questo ingranaggio dell'omologazione virtuale, tutti uguali e tutti terribilmente soli. La tua scusante della "curiosità", perché di scusante si tratta, nasconde in realtà il tuo bisogno inconscio di essere parte della massa, la massa e la massificazione/mercificazione virtuale ti piacciono, ti attirano, non puoi starne senza e lo sai; solo che ti atteggi a superiore cercando di autoconvincerti di essere speciale, uno "fuori dal coro", uno che prima di sparare sentenze approfondisce tutto quanto, salvo poi cadere nuovamente e miseramente nel vortice del qualunquismo omologante.

3- La mia risposta mi sembrava oltremodo esplicita, una persona sveglia e intelligente come te avrebbe dovuto afferrare al volo la risposta, ma forse ahimé, sopravvalutavo le tue capacità di discernimento.

4- Se oggi come oggi, al Mediaworld, riesci a trovarmi un PC che venga venduto senza Windows dirò che hai ragione; purtroppo per te, che parli troppo ma poco sai, la cosa non è così e te lo dimostro :) http://compraonline.mediaworld.it/webapp/wcs/stores/servlet/CategoryDisplay?catalogId=20000&storeId=20000&categoryId=60236532&relpage=1&iscache=1 (PC desktop tutti aventi per SO BASE Windows) http://compraonline.mediaworld.it/webapp/wcs/stores/servlet/CategoryDisplay?catalogId=20000&storeId=20000&categoryId=1501&relpage=1&iscache=1 (PC desk + video tutti aventi per SO BASE Windows) hai proprio ragione sai? Basta andare al Mediaworld e si trovano TUTTE le alternative a Windows, NON ESISTE il monopolio, lo hai detto tu no? Seconda cosa, io già vivo come penso, ma a differenza tua, che tante sentenze emetti e ben poco sai, evito di criticare il modo di vivere degli altri senza prima conoscerli (per precisazione e per evitarti facili appigli, la mia risposta numero 2 è basata solo sulla tua personalità, che si evince dal tuo modo di scrivere e non riguarda minimamente il tuo modus vivendi, dato che non ti conosco).

5- La tua risposta numero 5 non ha nulla a che vedere con la mia risposta precedente, e dato che sono coerente (io) te la riporto per esattezza: "In più, sempre riguardo il cervello, non tutti hanno capacità di ragionare, di discernere e di capire, infatti vorrei vedere dove hai letto, nei 2 articoli che ho proposto, che siano le multinazionali a costringere la gente ad iscriversi su faccia-libro." Forse leggendo questa mia risposta ti sei accorto di aver "cappellato" (e qui scrivo la tua risposta iniziale da cui deriva la mia risposta numero 5: "NON E' LA MULTINAZIONALE CHE COSTRINGE GLI UTENTI AD ISCRIVERSI") e di aver montato su un sacco di aria fritta senza aver in precedenza capito nulla di ciò che era scritto nei 2 articoli che ho proposto; non prendertela su, sei fatto così, la capacità di comprendere le cose alcuni l'hanno innata, per altri ci vuole tempo e per altri ancora non arriverà mai.

Stammi bene anche tu, certo che venire a parlare di "fatti concreti" in uno spazio VIRTUALE ha un che di paradossale, considerato il fatto fondamentale che non mi conosci e non sai come io viva e già questo è sufficiente a smontare ogni tua tesi. Invece a me fanno tanto sorridere coloro che si atteggiano a saputelli quando in realtà non sono altro che delle semplici bolle d'aria piene del qualunquismo dilagante, se li buchi si sgonfiano. Vedi come siamo diversi? Tu ti incazzi, io me la rido, chi dei due vive meglio?

PS: IN QUALSIASI ISTANTE DELLA NOSTRA VITA DECIDIAMO IL NOSTRO FUTURO sarebbe meglio riscriverla così questa frase: "IN QUALSIASI ISTANTE DELLA NOSTRA VITA, ALTRI DECIDONO IL NOSTRO FUTURO" prima di rispondere comincia a domandarti chi siano gli ALTRI se ne hai voglia, poi quando crederai di aver capito chi sono gli ALTRI torna pure qua a scriverlo, sarò felice di risponderti e così capirai anche perché ho "serissimi dubbi".

PPS: Per l'orticaria ti consiglio un pò di talco mentolato (ma lo faranno ancora?)

Anonimo ha detto...

Caro Kelte,
non che la cosa mi preoccupi piu' di tanto, ma ho una curiosita':
ho ricevuto diversi inviti ad iscrivermi a FB e non ho mai accettato perche' conoscendomi ci girerei un po' all'inizio per poi abbandonare. Immagino che i miei amici abbiano inserito foto di gruppo dei propri amici, quindi, saro' anch'io da qualche parte su FB, ma nessuno mi ha chiesto l'ok per la pubblicazione della mia immagine. Da quello che ho letto in questa pagina ho inteso che FB potra' utilizzare quello che mi riguarda per vari scopi, anche senza la mia autorizzazione, ho inteso bene? Se e' cosi', credo che FB abbia l'obbligo di mettere in evidenza al momento dell'iscrizione che il materiale caricato dall'utonte o utente che sia, deve essere autorizzato (e ne deve essere assolutamente fornita la prova) da tutti coloro che fanno parte del materiale stesso, altrimenti a cosa servono tutte le regole sulla privacy? Come puo' FB controllare che siano rispettate le regole? Non basta scrivere malamente sul contratto il regolamento che si deve rispettare iscrivendosi, i creatori di FB devono essere sicuri che sia rispettata anche la privacy di chi non sottoscrive un contratto verso FB. Non si puo' dare la possibilita' a chiunque di pubblicare qualsiasi cosa (con tutti i pazzi che ci sono in giro), mi sembra un comportamento troppo superficiale per gestori di un mezzo cosi' divulgativo. Non e' possibile che le cose stiano cosi, o almeno lo spero, calcolando che con il mio lavoro a volte mi trovo ad impazzire per rispettare le regole sulla privacy, tutto cio' mi sembra un incredibile controsenso. Sperando di avere inteso male, attendo una tua risposta.

A volte ritornano
Difettosa

Kelte/Fabio ha detto...

Cara Difettosa, spero di non essermi fatto attendere troppo, ed è un piacere "rivederti" o per meglio dire rileggerti :)

Si, hai capito bene, se qualche tuo amico/amica è su FB può tranquillamente includere foto con te/me/chiunque presente senza doverti chiedere nulla, questo lo fanno in maniera inconscia e irresponsabile perché credono di fare del "Social-Networking" cioé credono di interagire in maniera intelligente con altre persone. In realtà a ben pochi frega di vedere le foto degli amici di qualcuno o le foto delle vacanze o del compleanno, è un esercizio di tipo narcisistico da parte del facebookino di turno dove mette in mostra le "cose" che possiede (amici/amiche) o le "avventure" che ha vissuto (vacanze o simili) per far vedere quanto è figo. I gestori di Facebook hanno l'ultima parola su tutto quello che viene caricato, scritto ed immesso su Facebook stesso e ovviamente hanno degli archivi elettronici dove tutto il materiale viene salvato. Giustamente tu dici: "il materiale caricato in FB dovrebbe essere autorizzato da tutti coloro che fanno parte del materiale stesso" ma, ahimè, la cosa è assolutamente impossibile da farsi. Ti faccio un esempio pratico: faccio una foto ad un mio conoscente, magari mentre fa una pirlata, passano anni e non ci si frequenta più, mi iscrivo su FB o social-network simile, un giorno ritrovo casualmente quella vecchia foto, la carico in rete e magari ci scrivo come titolo: "Quel coglione del mio amico xxxx" a quel punto tutti possono vederla e possono vedere quanto fosse coglione xxxx. Per far capire a te ed altri che non è una sciocchezza o una fantasia ma è pura realtà, vai a vedere il blog di questa ragazza http://principessamanu76.spaces.live.com/default.aspx?sa=75939935 (il post è Se mi TAGGHI... ti ammazzo, del 10 gennaio). FB non deve controllare che siano rispettate delle "regole", semplicemente le fa, in quanto organismo ospitante la comunità di utenti, la cosa folle (e ne son convinto) è che tra non molto questi famosi Social-Network diventeranno un mercato del pettegolezzo spinto, un luogo in cui la casalinga frustrata e chiattona o l'onanista mediatico potranno scaricare le loro piccole vendette personali contro l'oggetto del loro livore. In tempi più civili, diciamo fino a 70 anni fa, i luoghi deputati al pettegolezzo erano la taverna per gli uomini e il piazzale della chiesa per le donne, sempre pettegolezzo era, ma era un pettegolezzo più "sano", limitato alla comunità di appartenenza e della durata di un battito di ciglia, oggi con questi sistemi di SN il campo del pettegolezzo è il mondo intero e la durata è "infinita"!!! Se poi si pensa che con una notizia falsa si possono distruggere famiglie o vite o carriere lavorative si capisce fino a che punto possano essere pericolosi questi sistemi, gli unici a trarne un beneficio reale e materiale da tutto questo casino saranno gli avvocati, su questo stai sicura, perché scommetto che prima o poi verrà introdotto il reato di diffamazione in rete (lo stanno già preparando per i bloggers) valido anche per il cittadino comune e non solo per i politici, in quel momento sarà il delirio immagino. Il tuo lavoro ti obbliga a rispettare le regole della privacy ma è su un piano diverso, si tratta della mutua intesa tra due enti fisici, azienda-cliente o azienda-azienda, FB è virtuale e non fisico e ha milioni di "clienti" iscritti gratuitamente e con un unico limite a loro imposto, la loro intelligenza... il che è tutto dire...

In ultimo, tutto ciò che io, tu ed altri abbiamo scritto qui è sicuramente salvato su qualche server di proprietà di blogger.com ;)

A presto :D

Anonimo ha detto...

Caro Kelte,
mi scuso per il ritardo, ma sono veramente difettosa, ho periodi taciturni, anche se chi mi frequenta giornalmente riderebbe a questa mi affermazione. Quello che hai scritto su questo (in fondo, piccolo problema), conferma l'idea che mi sono fatta sul funzionamento del mondo in generale. Ormai e' tardi, non c'e' piu' nulla da fare per rimediare, inutile anche continuare a parlarne. Non resta che attendere la distruzione totale per poi ricominciare tutto da capo per poter tornare a sbagliare. Troppi errori, troppo casino, impossibile tornare al momento in cui e' stato commesso il primo. E' come quando due amici o una coppia fraintendono un comportamento e invece di cercare di capire il perche', reagiscono con un altro comportamento anomalo che provochera' un'altro frainteso ecc.. fino a rendere impossibile il capire perche' non si va piu' d'accordo o perche' e' successo quello che e' successo. E' molto che non entro in questo blog, spero di non essermi ripetuta, altrimenti chiedo perdono. Comunque, da tempo, ho scelto la serenita', anche per questo motivo non mi interessa fare o no parte di FB, non riesco a dargli la stessa importanza che danno i miei amici o conoscenti, ma mi fa piacere se loro si divertono, o si riempono la vita. Spero possano continuare questo loro gioco senza fare danno a nessuno e senza doversi un giorno pentire di averne fatto parte. Caro Kelte, anche se ti frequento poco su questo blog, mi fa sempre piacere leggere le tue risposte e tieni presente che e' l'unico su cui mi sono fermata e ho lasciato qualche commento. Spero ti faccia piacere questa mia affermazione, e' vera ed e' solo per pigrizia che anche quando mi collego commento raramente. Ciao, alla prossima!

Difettosa (come sempre)

Kelte ha detto...

Cara Difettosa,

Sono molto contento di rileggerti, scusa il mio ritardo nel risponderti, ma era veramente tanto che non ripassavo sul mio blog (lo sto trascurando un pò, si arrabbierà con me mi sa ;P) e ho visto giusto qualche giorno fa i tuoi due post. Tutto ciò che hai detto è Verità, pura e semplice, cristallina, la Verità di chi ormai vede oltre, di chi sa che dietro tanti paraventi colorati (moda, fitness, divertimenti esagerati, estetica etc etc) c'é solo il nulla, non c'é la felicità in queste cose e la nostra è purtroppo una società di infelici che cerca la felicità in cose effimere, che tristezza... Cara Difettosa, la tua affermazione mi fa molto piacere e sono molto contento di leggere le tue risposte quando ti senti di scrivere :)

Mi stavo domandando una cosa, spero di non sembrarti superbo dicendola, questa tua ritrovata serenità è forse frutto dell'avermi "trovato"? Se fosse così, ne sarei contento, in caso contrario sarei ugualmente felice per te, la via della felicità (e della saggezza) comporta tante rinunce, ma in definitiva a cosa si rinuncia? Al nulla :) Ed è incredibile, e patetico, come il rinunciare a cose così vuote risulti impossibile per tantissime persone... Forse già nasciamo predisposti in questa maniera, per questo non ci integriamo completamente con gli "altri" e magari qualcosa potremmo cambiarla intorno a noi, se avremo voglia e se ci sarà dato tempo a sufficienza per farlo.

A presto :D

Anonimo ha detto...

Caro Kelte,
leggo solo ora questo tuo commento, ieri sera ho risposto a quello del 2009, ma non ho pensato di tornare qui, nel 2008. In questo blog si puo' viaggiare nel tempo, che bello!!! Mi ha fatto molto piacere leggere le tue parole, la definizione che hai dato alle mie affermazioni. Non sono molti quelli che capiscono cio' che penso, anzi, lo capiscono nel momento in cui lo dico, ma non riescono a tenerlo presente nel tempo. Anch'io ogni tanto mi dimentico e mi lascio prendere troppo da qualcosa (evento sempre piu' raro), ma per fortuna, durante il percorso ho sempre qualche momento di lucidita' che mi riporta alla realta' e alla serenita'.

Leggere i tuoi commenti e' veramente piacevole e mi fa sentire ancora piu' serena avere trovato qualcuno che capisce e condivide cio' che dico. Mi sono impegnata molto per conquistare la mia serenita', ho lottato contro i miei condizionamenti, cercando di capire quali erano tali e quali erano veramente miei pensieri e desideri. Ho dovuto commettere molti errori per imparare a dare il giusto valore alle cose e agli eventi. Sono giunta (per ora) a questa conclusione: nascere e' stato un vero colpo di fortuna, dovuto ad una lunghissima e preistorica serie di casualita', quindi, comunque andranno le cose mi dovro' sentire fortunata. Certo, quando potro' fare qualcosa per cambiare una situazione che non mi piace, lo faro', ma quando non sara' possibile modificarla, l'accettero', in questo modo saro' sempre serena.
Bellissima e verissima questa tua affermazione:
la via della felicità (e della saggezza) comporta tante rinunce, ma in definitiva a cosa si rinuncia? Al nulla :)

ciao e grazie per i tuoi bellissimi commenti.
Difettosa

Anonimo ha detto...

dimenticavo:
cambio continuamente le cose intorno a me. Dopo avere capito che e' praticamente impossibile cambiare il mondo (troppo grande, troppo lontano), cerco costantemente di fare funzionare meglio il piccolo mondo che mi circonda. Semino bonta', altruismo, lealta', e in mezzo a tutti quelli che approfittano di questo mio modo di fare (i furbi stupidi), ogni tanto qualcuno raccoglie ed inizia a seminare. Spero che anche altri facciano questo nel proprio piccolo mondo. E' un sogno, ma e' bello anche sognare, chissa', forse un giorno tutti i piccoli mondi si collegheranno creando un mondo migliore per tutti.

ciao :)
Difettosa