lunedì 11 febbraio 2008

Libertà

Libertà, libertà, libertà... quanta gente ha passato tutta la sua vita cercandola, quanta ne è morta per ottenerla, quanta ne è morta per distruggerla? Difficile quantificarlo, ognuno vede la libertà a suo modo, c'é chi non sopporta nessun tipo di catena che lo costringa e lo domini (come il sottoscritto) e c'é chi vive benissimo in regime di dittatura (la cosa si può applicare anche al lavoro eh). L'unica cosa che accomuna entrambi i modi di vedere la libertà è il combattere, il combattere per difendere il proprio modo di vivere il concetto di libertà. Non è detto che essere completamente liberi sia positivo, l'anarchia ad esempio, prevede la libertà assoluta di azione e pensiero ma si basa sul fatto che ci sia una comunità formata da persone intelligenti pronte ad assumersi doveri e responsabilità per poter prosperare, il che, data la scarsità di intelligenza e voglia di responsabilità la rende pura utopia. Non di meno una dittatura totalitaria (comunismo/fascismo/nazismo) non è detto che sia totalmente negativa visto che pone dei freni e dei limiti alle troppe libertà, ma se la storia ci insegna qualcosa è che ogni dittatura è solitamente creata da un povero malato che si crede onnipotente e da una cricca di adepti che pensano al proprio tornaconto; è pura utopia l'esistenza di un dittatore "illuminato" capace di creare un sistema equo per tutti. La soluzione di compromesso è la democrazia, che con le sue regole limita o esalta l'azione della libertà. Noi abitanti del mondo occidentale ci autodefiniamo "liberi", per convenzione del termine, da dopo la seconda guerra mondiale, ma siamo veramente liberi??? Per esempio, io posso scrivere quel che voglio in questo blog e pubblicarlo anche se a qualcuno può non piacere ciò che scrivo, ma deve essermi garantito il diritto fondamentale di poterlo fare. Mi preoccupo invece quando in una nazione che si autodefinisce "libera" (leggasi Italia) si voglia obbligatoriamente far schedare tutti i blog esistenti, per poter così raccogliere TASSE ed eventualmente mandare in GALERA chi venisse accusato di diffamazione dal politico di turno, alla faccia del: "Non mi piace ciò che dici, ma farò di tutto perché tu possa dirlo"... Ancora peggio è quando una o più democrazie del cosidetto mondo "libero" si piegano per compiacere una dittatura, infatti il Belgio, la Nuova Zelanda e la Gran Bretagna hanno obbligato i propri atleti, che saranno impegnati a Pechino 2008, a non parlare con nessuno di argomenti "poco graditi" alla dittatura comunista cinese; argomenti come la pena di morte, la libertà di parola e di stampa, la democrazia e la questione tibetana tanto per citarne alcuni. Se facessimo un parallelo è come se nel 1936 gli USA avessero impedito a Jesse Owens di partecipare alle Olimpiadi di Berlino per compiacere Hitler, invece le cose andarono fortunatamente diversamente, Owens vinse ben quattro ori e il crucco coi baffetti la prese in quel posto!!! Le Olimpiadi dovrebbero essere un momento in cui la libertà viene esaltata, un momento in cui le nazioni si ritrovano per sfidarsi senza spargere sangue e invece così non è, la libertà fa paura, oggi più di ieri, sopratutto quando il solo nominarla rischia di incrinare i rapporti economici con dei partner potenti come la Cina, chissà cosa direbbe De Coubertain se fosse qui... L'unica cosa certa è che il prezzo della libertà è l'eterna attenzione, e atteggiamenti come questi rischiano di farcela perdere pezzo dopo pezzo, oggi a favore dei grandi poteri industriali e commerciali, domani a favore di chissà chi o chissà cosa.

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